L’IMPORTANZA DELLA RESPIRAZIONE


LA RESPIRAZIONE rappresenta sempre un argomento di interesse e discussione nel corso delle mie lezioni, e mi sento rivolgere spesso le più svariate domande in merito.
Decido quindi di rispondere qui alle domande più frequenti sperando di riscontrare l’interesse è la curiositá dei lettori.
Ho ovviamente tralasciato l’aspetto tecnico relativo alle fasi di respirazione durante gli svariati esercizi….
D: Come si fa la respirazione diaframmatica?
R: la respirazione non può che essere diaframmatica, senza il diaframma non potremmo respirare, neppure con il solo ausilio dei muscoli accessori della inspirazione. Quindi il diaframma è il primo e unico responsabile della respirazione (inspirazione), ed il suo funzionamento può essere involontario (per lo più nel corso delle nostre giornate) ma può anche ricadere sotto il controllo della nostra volontá.
Lo possiamo immaginare come un paracadute all’interno della gabbia toracica che durante l’inspirazione scende comprimendo i visceri, mentre nella espirazione risale.
Alla luce di queste prime considerazioni possiamo riscontrare una respirazione diaframmatica COMPLETA (questo è l’aggettivo giusto) quando durante l’inspirazione si assiste a:
un lieve rigonfiamento dell’addome, seguito da un allargamento delle ultime costole, quindi un sollevamento dello sterno ed infine delle spalle. La sensazione più comune è che l’inspirazione sia arrivata fino alla gola.
D: Il mio diaframma è bloccato; come faccio a sbloccarlo?
R: fortunatamente il diaframma non è bloccato nel senso che potremmo immaginare noi, ma semplicemente la sua ampiezza di movimento si è ridotta. Per noi questo si traduce nella scomoda sensazione di non riuscire a fare respiri profondi. In pratica il nostro “paracadute” si muove meno nella discesa oppure nella risalita.
Esistono alcune tecniche di trattamento del diaframma, ma la più semplice e a portata di tutti consiste nel concentrarsi esclusivamente nella fase di espirazione, soffiando fuori tutta l’aria possibile, e lasciando che poi l’inspirazione si produca da sola senza forzarla. Dopo alcuni cicli il respiro torna ad essere profondo e naturale.
D: Come posso allenare il mio diaframma per renderlo più forte?
R: generalmente il nostro diaframma non necessita di alcun rinforzo o potenziamento, piuttosto sarebbe bene eliminare le tensioni accessorie che ne impediscono un buon funzionamento in salita e discesa.
Parlando in termini molto generali sarebbero utili esercizi di allungamento dolce per il collo (trapezio), per la zona anteriore delle spalle (piccolo pettorale), e qualche massaggio per “ammorbidire” la regione addominale.
D: è vero che dovremmo imparare a respirare come i bambini?
R: questo è un falso mito! Nell’osservare un infante che respira si rimane affascinati dal ritmico movimento dell’addome che si espande e si ritrae. E questo ci infonde un senso di calma, serenitá e….invidia!
Nello sviluppo dell’essere umano però intervengono cambiamenti necessari che inevitabilmente ci portano a cambiare modello di respirazione. Alcuni di essi sono:
1 filtro emotivo: il diaframma è il muscolo più intimo ed emozionale che abbiamo, e risente immediatamentedei nostri stati emotivi (i neonati non hanno filtri). Siccome nella nostra vita di adulti tendiamo a trattenere le emozioni, il nostro diaframma reagisce tendendo a contrarsi e irrigidirsi, vale a dire diminuendo l’ampiezza del suo movimento.
2 fonazione: semplicemente parlare è un altro aspetto che caratterizza l’adulto (non solo dal neonato ma anche da tutto il regno animale) influendo sulla meccanica del diaframma.
Ogni volta che emettiamo suoni articolati (parlare, cantare) il nostro diaframma deve “stabilizzarsi” ovvero “bloccarsi” momentaneamente. Anche questo a lungo andare può causare restrizioni nel respiro.
D: quali esercizi respiratori si possono eseguire a casa?
R: (A STOMACO VUOTO) è bene partire con qualche allungamento per il collo per alcuni minuti. Poi qualche massaggio morbido sull’addome, in senso circolare. Quindi da distesi (è la posizione migliore per prendere coscienza del respiro nel corpo) appoggiare una mano sullo sterno ed una Sulla pancia. Percepite quindi sotto quale mano si produce più movimento. Quindi seguire qualche ciclo di respiri cercando di mobilizzare solo la parte che avete sentito muoversi di più all’inizio. Dovrebbe essere facile. Poi fare qualche respiro come al punto iniziale. Quindi cercare di indirizzare il movimento solo sotto la mano dove sentivate meno movimento. I respiri devono essere naturali e non forzati.
Quindi dopo alcuni cicli in questo modo, concentrarsi per alcuni respiri solo sulla espirazione, cercando di soffiare tutta l’aria possibile. Lasciare che la successiva inspirazione avvenga in modo naturale, senza forzare.
Infine, cingete le mani ai fianchi, sentendo la parte finale della gabbia toracica, e, inspirando, cercate di allargare le costole “spingendole” contro le vostre mani.
Quindi, dopo alcuni cicli, rimanete distesi osservando semplicemente come il vostro respiro si sia modificato.
Esegite il tutto in maniera gentile, senza alcuno sforzo.
D: quando pratico gli esercizi respiratori per alcuni minuti sento che sto meglio, ma poi durante la giornata anche se provo, non riesco a respirare allo stesso modo. Vuol dire che sbaglio gli esercizi?
R: assolutamente no! Se nel fare gli esercizi senti beneficio significa che sono svolti correttamente. Ma ricordiamo che lo scopo di tali esercizi NON è quello di “potenziare” il muscolo diaframma, quanto piuttosto quello di eliminare o ridurre tutte le tensioni accessorie che ne impediscono un buon naturale funzionamento. Serve pazienza quindi, e realismo: inutile sperare che la sola sana respirazione produca un qualche beneficio se poi spendiamo ad esempio la pausa pranzo al telefono, mangiando di fretta in piedi (anche la deglutizione agisce sul diaframma), etc…
Infine qualche altra curiosità che mi piace condividere con i miei allievi/allieve durante le fasi della lezione in cui il respiro diventa particolarmente importante:
Con la sua ritmica azione di salita e discesa ad ogni respiro, il diaframma contribuisce a favorire il ritorno di circolazione, e con un movimento ampio e completo, esso mobilitá più volume di sangue rispetto al cuore. Questo significa che respirare bene “alleggerisce” il lavoro del nostro cuore.
Un’altra benefica azione del movimento diaframmatico consiste nell’azione di massaggio allo stomaco, che risponde a questa azione prima allungandosi e poi schiacciandosi ritmicamente, migliorando così la digestione (NON fare esercizi respiratori a stomaco pieno).
Possono migliorare anche sindromi da reflusso esofageo.